La riapertura della Cina viene spesso indicata come indubbiamente positiva per l'economia globale.
A prima vista sembra ovvio: come seconda economia più grande del mondo, una crescita cinese più rapida può essere solo un antidoto al calo dell'attività in gran parte del resto del mondo... ma è proprio così?
L'economia a più rapida crescita del mondo
Per quanto riguarda la Cina in sé, la narrazione è indubbiamente corretta. Il picco di infezioni tra la popolazione non sufficientemente vaccinata, e un livello ospedaliero disomogeneo, potrebbero avere implicazioni notevolmente negative sulla sanità.
Ma il tentativo di mantenere una politica zero-Covid durante la circolazione della contagiosa variante Omicron (e delle relative sottovarianti) ha avuto un effetto raggelante sui consumi dei nuclei familiari negli ultimi 12 mesi.
La domanda repressa è quindi considerevole. Una volta che verrà liberata, renderà probabilmente la Cina l'economia a più rapida crescita del mondo entro la fine di quest'anno.
La domanda repressa è quindi considerevole. Una volta che verrà liberata, renderà probabilmente la Cina l'economia a più rapida crescita del mondo entro la fine di quest'anno.
Inoltre, poiché l'economia cinese opera al di sotto delle proprie capacità ormai da due anni, c'è ampio spazio per l'espansione della domanda senza incorrere in limitazioni della capacità (né alimentando l'eccesso di inflazione osservato in gran parte degli altri paesi).
Ma altrove, l'inflazione sarà ovunque
Tuttavia per il resto del mondo, in particolare per le economie (come quella degli USA) che stanno già operando oltre le proprie capacità, l'impatto è molto più complesso.
I canali attraverso cui passeranno le pressioni al rialzo dell'inflazione globale comprendono i prezzi delle materie prime. Abbiamo già osservato un notevole aumento dei prezzi dei metalli industriali, come minerali ferrosi e rame, anticipando la crescita della domanda.
Anche i prezzi del petrolio saranno più elevati di quanto previsto, poiché i cinesi riprenderanno i viaggi nazionali e internazionali in numero molto maggiore.
L'aumento del turismo estero farà inoltre salire i prezzi dei servizi di viaggio in generale. Il settore dei viaggi sta lottando con una serie di limitazioni della capacità.
Circa 155 milioni di visite all'estero sono state effettuate dai cinesi nel 2019. Tale numero è sceso a meno di 10 milioni nel 2022, poiché le lunghe quarantene hanno di fatto sospeso le vacanze all'estero.
In assenza di un aumento corrispondente delle capacità di voli, ospitalità, ristoranti e strutture ricreative (compresa la disponibilità di personale), i prezzi possono solo salire.
Grattacapo per le banche centrali
Per quanto riguarda il consumo di beni cinesi, non crediamo che sia stato vincolato dalle politiche zero-Covid quanto il consumo di servizi.
Tuttavia, è ancora probabile un certo aumento dei prezzi delle merci mondiali, che ostacolerà la velocità della deflazione collegata ai beni durevoli commerciati.
Nel frattempo, un rafforzamento dei mercati finanziari cinesi avrà delle ricadute sul resto del mondo, agendo parzialmente contro l'impegno delle banche centrali degli altri paesi di inasprire la politica monetaria e combattere l'inflazione eccessiva.
Considerazioni finali
La conclusione è che la ripresa della Cina in quanto tale non riduce la probabilità di recessioni negli USA e in altre economie avanzate.
Di fatto, la riapertura della Cina potrebbe costringere le banche centrali degli altri paesi a inasprire le politiche monetarie per compensare questo nuovo impulso della domanda.