Durante lo scorso anno, il dollaro USA si è apprezzato di circa il 12%, rispetto a buona parte delle valute dei maggiori partner commerciali degli Stati Uniti. Si tratta di un incremento maggiore del solito, ma in linea con un trend quasi decennale che ha visto il biglietto verde crescere di circa il 45%.
A causa di oscillazioni di tale portata, i rendimenti dei portafogli possono aumentare o diminuire significativamente. Il Foreign Exchange Steering Group di abrdn prova a comprendere i principali driver del mercato valutario, così da riuscire a ridurre i rischi, aumentare i profitti, o entrambe le cose, per i portafogli che investono a livello globale.
Recentemente, abbiamo individuato dei cambiamenti nei driver principali che hanno per lo più favorito il rafforzamento del dollaro. Se, come prevediamo, l'importanza relativa di questi driver dovesse cambiare, altre valute, come il franco svizzero e lo yen giapponese, potrebbero contribuire ad apportare valore ai portafogli.
I tassi di cambio riassumono i confronti macroeconomici
Negli ultimi decenni, il capitale globale è diventato sempre più mobile. Generalmente, cioè, aziende e investitori cercano di spostare il loro denaro per ottenere maggiori guadagni.
Per questo motivo, le valute dei paesi in forte crescita, con tassi di interesse più elevati e maggiori vantaggi competitivi in termini commerciali e di stabilità politica, sono tendenzialmente cresciute rispetto alle altre.
Nella nostra analisi dei tassi di cambio, cerchiamo le discrepanze in questi fattori che non sono state pienamente riflesse dalle oscillazioni di tali tassi.
Di seguito, tre tipologie di dati che utilizziamo per mettere a confronto paesi diversi:
- Tassi di interesse – Tassi elevati o in aumento riflettono, generalmente, una politica monetaria che cerca di bilanciare gli effetti di una forte crescita dell'inflazione o delle aspettative sull'inflazione. Questi paesi tendono ad attrarre capitali globali che ne supportano la crescita.
- Ragioni di scambio – Riflettono i prezzi relativi delle importazioni ed esportazioni di un paese. I cambiamenti delle ragioni di scambio possono portare a maggiori flussi valutari o a migliori opportunità di investimento tra paesi.
- Indici dei direttori degli acquisti (PMI) – PMI elevati o in aumento riflettono l'ottimismo circa la crescita di un determinato paese, spesso legata a valute in fase di apprezzamento, rispetto ai paesi con livelli di PMI inferiori.
Sebbene ci siano miriadi di altri metodi per comparare tra di loro diversi paesi, queste tre metriche stanno diventando le più utilizzate nell'attuale ciclo breve e volatile. I cambiamenti che interessano queste variabili portano a un vantaggio relativo significativo per determinate economie.
Il mercato dei cambi rappresenta uno degli strumenti più liquidi ed efficienti con cui gli investitori possono dare un prezzo ai cambiamenti dei vantaggi competitivi di un'economia rispetto a un'altra. La gestione dei portafogli pone quindi grande attenzione a queste variabili.
Gli Stati Uniti stanno guidando un ciclo di rialzo dei tassi globale
La pandemia da Covid ha visto diverse economie occidentali chiudere ampie porzioni di attività economica. La riapertura ha portato a un rimbalzo altrettanto volatile nell'attività economica.
Le banche centrali hanno tardato a rimuovere le politiche accomodanti messe in atto in fase di ripresa. Ma quando, nel quarto trimestre dello scorso anno, la Federal Reserve (Fed) ha compreso che la politica monetaria espansiva stava alimentando le pressioni inflazionistiche, ha provato ad aggiustare le aspettative circa il rialzo dei tassi per il 2022 e il 2023.
Mentre i tassi statunitensi salivano rapidamente, molte altre banche centrali tardavano a reagire alle pressioni inflazionistiche. La volatilità dei tassi statunitensi, insieme all'ampliarsi del gap con i tassi degli altri paesi, ha contribuito a rafforzare il dollaro nel 2022.
Cosa succede ora? Altre banche centrali stanno aumentando i tassi di interesse. Ciò significa che dovremmo aspettarci meno cambiamenti repentini nelle aspettative circa i tassi di interesse e oscillazioni valutarie meno estreme causate da questo driver.
I mutevoli prezzi delle materie prime modificano i valori commerciali globali
L'aumento della domanda che ha fatto seguito alle riaperture e delle aspettative inflazionistiche, insieme alla guerra tra Russia e Ucraina, hanno provocato un rialzo dei prezzi delle materie prime, in particolare dell'energia.
Decenni di globalizzazione hanno portato alcuni paesi a essere forti esportatori di materie prime (ad esempio, l'Australia e il Brasile) e altri a diventare grandi importatori (come i paesi europei). Un brusco cambiamento nel valore delle materie prime scambiate a livello globale ha fatto registrare un flusso di denaro molto più ampio dagli importatori verso gli esportatori di materie prime e, di riflesso, repentini aggiustamenti dei tassi di cambio.
Storicamente, gli USA sono stati vulnerabili rispetto ai prezzi delle materie prime, in quanto erano tra i maggiori importatori di energia. Tuttavia, dopo oltre un decennio di crescita del settore domestico dello shale oil e della produzione di gas nazionale, gli USA sono diventati i più grandi produttori energetici al mondo e tra i beneficiari della crescita dei prezzi del petrolio.
Dunque, mentre l'aumento dei prezzi delle materie prime in precedenza veniva correlato a un dollaro debole, quest'anno il dollaro ha visto poche pressioni al ribasso (e probabilmente un qualche supporto al rialzo) a seguito del picco dei prezzi delle commodities.
E quindi? I prezzi delle materie prime sembrano essere rimbalzati nel breve termine. Man mano che la crescita frena, però, anche la domanda potrebbe diminuire. Per questo motivo, l'importanza di questo driver rispetto alle oscillazioni valutarie potrebbe diminuire, rispetto agli altri driver.
Grafico 1: Tassi di interesse e prezzo del petrolio in aumento hanno supportato il dollaro USA
Fonte: Bloomberg/abrdn, 9 agosto 2022. Solo a scopo illustrativo. Non dovrebbero essere formulate ipotesi riguardo a performance future.
Una recessione è probabile, la sicurezza del capitale è una priorità
Una politica monetaria più restrittiva e i prezzi delle materie prime alle stelle hanno iniziato ad avere un impatto negativo sul sentiment dei consumatori e delle aziende.
È in corso un rallentamento della crescita e alcuni indicatori, come il PMI, suggeriscono che potrebbe trattarsi di un rallentamento rapido e profondo. Durante i rallentamenti, e ancor più durante le recessioni, i cosiddetti rifugi valutari tendono a trovarsi laddove gli investitori cercano riparo.
Grafico 2: Di recente i PMI del settore manifatturiero USA hanno subito un calo repentino
Fonte: Bloomberg/abrdn, 9 agosto 2022. Solo a scopo illustrativo. Non dovrebbero essere formulate ipotesi riguardo a performance future.
Solitamente, le valute rifugio si trovano in condizioni di stabilità politica ed economica, vantano lo status di valuta di riserva e hanno importanza strategica nei flussi valutari e commerciali globali.
E quindi? Il dollaro è una valuta dominante, ma anche lo yen giapponese e il franco svizzero provengono da aree geografiche sicure. Con l'aumentare dei timori di recessione, queste valute iniziano a registrare un aumento della domanda e una maggiore forza.
3 punti chiave:
- Quando le politiche economiche si fanno più stringenti e i prezzi delle materie prime smettono di crescere, l'importanza di questi due driver valutari diminuisce.
- Con l'incombere della recessione, altri fattori macroeconomici diventano invece più importanti ai fini delle dinamiche valutarie.
- Il dollaro continuerà a essere forte, ma altre valute, come il franco svizzero e lo yen giapponese, potrebbero rivelarsi utili all'interno dei portafogli.