To move the needle on decarbonisation, innovation will be required in industrial processes, manufacturing and business practices. Not all approaches need to be big-bang solutions. Innovation in production that incrementally helps to decarbonise sectors where it’s harder to reduce CO2 emissions (hard-to-abate sectors) will be just as valuable. Investors have a vital role to play in directing capital to the most promising areas — encouraging companies to develop sustainable innovations that may not necessarily bear fruit within the next quarter — too often a focus of markets. At abrdn’s 2022 Sustainability Summit in Singapore, I hosted a panel discussion exploring the following very different innovative solutions helping to address some of the urgent challenges we face today.

Per realizzare una rapida decarbonizzazione dell'economia globale e per raggiungere l'obiettivo dello zero netto entro il 2050 l'innovazione sarà un punto cruciale.

Tuttavia, questo processo non riguarda solo nuovi prodotti o servizi. Per spostare l'ago della bilancia sulla decarbonizzazione sarà necessario innovare i processi industriali, manifatturieri e aziendali.

Non tutti i nuovi sviluppi devono essere necessariamente soluzioni dirompenti. L'adozione di pratiche innovative nella produzione in grado di contribuire gradualmente alla decarbonizzazione dei settori in cui è più difficile abbattere le emissioni di CO2, i cosiddetti settori hard-to-abate, sarà un fattore altrettanto prezioso.

Gli investitori hanno un ruolo fondamentale da svolgere nell'indirizzare il capitale verso le aree più promettenti incoraggiando le aziende a sviluppare innovazioni sostenibili che potrebbero non dare necessariamente frutti entro il prossimo trimestre — troppo spesso il focus dei mercati.

In occasione del Sustainability Summit 2022 di abrdn a Singapore, ho tenuto una tavola rotonda durante la quale sono state esaminate svariate soluzioni innovative che possono aiutare ad affrontare alcune delle sfide attualmente più urgenti.

Crediti di carbonio: come rispondere al deficit di fiducia

Il problema per molte aziende dei settori hard-to-abate, ossia in cui decarbonizzare è più difficile, è che gli ostacoli strutturali o economici rendono più arduo conseguire importanti riduzioni delle emissioni nel breve termine.

Il mercato dei crediti di carbonio offre un meccanismo che consente a queste aziende di dare un contributo positivo. Permette loro di compensare le proprie emissioni acquistando crediti di carbonio certificati da processi che riducono o evitano le emissioni, o da processi che eliminano il carbonio (ossia tramite la riforestazione o la cattura e lo stoccaggio del carbonio).

Non va sottovalutata la potenziale importanza del mercato dei crediti di carbonio. Secondo le stime potrebbe sostenere circa il 30% della mitigazione del cambiamento climatico ai fini del conseguimento dell'obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura media sotto i 2°C entro il 2030.1

Se da un lato il mercato dei crediti di carbonio esiste già da tempo, dall'altro il problema per molti aspiranti acquirenti riguarda la fiducia. Come fanno a sapere se i crediti che stanno acquistando vengono effettivamente generati da progetti che avranno un autentico impatto?

Un altro ostacolo è il desiderio di evitare fenomeni di greenwashing. Climate Impact X (CIX), che ha sede a Singapore, è un'entità che mira a colmare questo deficit di fiducia offrendo una piattaforma di progetti di alta qualità, a impatto elevato, per acquirenti e venditori. Questa piattaforma viene verificata in base a standard internazionali, tra cui la valutazione di caratteristiche del carbonio, biodiversità, impatto sociale e gestione dei rischi di progetto.

Affrontando il problema della fiducia e della trasparenza, CIX aiuta a migliorare il processo di consapevolezza e a promuovere l’adozione dei crediti di carbonio quale strumento della decarbonizzazione industriale.

Proteine alternative: l'erosione del mercato delle carni

La portata dell'impatto dell'industria alimentare sulla produzione di emissioni di carbonio globali è spesso sottovalutata. Secondo le stime, il sistema alimentare mondiale oggi contribuisce al 34% delle emissioni globali.

Circa la metà di tale cifra è attribuibile alla produzione di proteine della carne, che supera il totale delle emissioni USA di tutti gli altri settori.2 Gli allevamenti di bestiame creano anche altri problemi di sostenibilità aumentando la pressione sullo sfruttamento idrico e del suolo, i quali possono contribuire alla carenza di risorse e a una maggiore incertezza alimentare. Diverse fonti di proteine, di origine vegetale, microbica e di insetti commestibili, offrono una soluzione alternativa sempre più valida ed ecologica.

Sebbene costituisca un mercato relativamente emergente, che rappresenta circa l'1% del mercato complessivo delle proteine, le vendite di proteine alternative a livello globale dovrebbero raggiungere i 17,9 miliardi di dollari entro il 2025. Il potenziale nel lungo termine è addirittura maggiore. In base ad alcune previsioni, le vendite dovrebbero toccare 1.100 miliardi entro il 2040, rimpiazzando fino al 60% del mercato totale della carne.3

In questo senso, è importante riconoscere che la domanda di proteine di origine vegetale non nasce solo dalle preferenze dai consumatori, ma in misura sempre crescente da scelte di consumo legate alla salute.

SATS, un fornitore di prodotti alimentari e di servizi gateway di Singapore, sta lavorando con una serie di marchi e start-up del settore delle proteine alternative con l'obiettivo di incrementare l'adozione di queste fonti proteiche.

Siamo ancora agli inizi, ma per conseguire questo obiettivo SATS sta facendo leva sulla sua esperienza nel campo dei servizi per l'industria alimentare in seno alle sue svariate attività, tra cui produzione, sicurezza alimentare e reti di distribuzione.

Mitigare il rischio climatico e ridurre la dipendenza dalle risorse, contribuendo al contempo alla sicurezza alimentare, rappresentano importanti catalizzatori per l'adozione di proteine alternative.

Si tratta di sviluppi esaltanti per gli investitori. Mitigare il rischio climatico e ridurre la dipendenza dalle risorse, contribuendo al contempo alla sicurezza alimentare, rappresentano importanti catalizzatori per l'adozione di proteine alternative.

Tra le opportunità di questo segmento figurano le entità che si specializzano negli aspetti scientifico-tecnologici, quali le soluzioni avveniristiche delle proteine di origine microbica e le carni allevate in laboratorio.

Tuttavia, opportunità più immediate si presenteranno probabilmente nelle aziende di prodotti alimentari che sviluppano o distribuiscono proteine alternative gustose, appetibili e competitive in termini di costi.

Il costo è un fattore chiave e attualmente costituisce una barriera a una più ampia diffusione delle proteine alternative. Nonostante ciò, i costi stanno calando a seguito di una maggiore diffusione di questi prodotti, il che evidenzia l'importante ruolo che le aziende e i distributori di prodotti alimentari su scala commerciale svolgono attualmente e che saranno in grado di svolgere in futuro.

Produzione di acciaio: un approccio su più fronti

La produzione di acciaio è un'attività ad alta intensità di carbonio. I quasi due miliardi di tonnellate di acciaio prodotti ogni anno generano circa l'8% delle emissioni globali di carbonio.

In quanto fornitori di materie prime per la produzione di acciaio, attraverso le aziende che operano nel settore delle risorse naturali quali l'australiana BHP Billiton, seguiamo attentamente gli sviluppi.

Vandita Pant, Chief Commercial Officer di BHP, ha illustrato le collaborazioni instaurate da BHP per l'esplorazione di nuove tecnologie, al fine di ridurre le emissioni di carbonio. Tra gli esempi figurano l'iniezione di idrogeno o di ossigeno per ridurre l'impronta di carbonio e i processi di “ferro ridotto diretto” basati sull'idrogeno.

Tuttavia, uno dei punti chiave è la probabile assenza di un'unica soluzione a prova di bomba per ridurre le emissioni di carbonio. Questo evidenzia la necessità di perseguire approcci su più fronti per individuare opportunità sostenibili.

Uno degli esempi citati durante il summit è stato l'uso della tecnologia blockchain da parte di BHP per monitorare il percorso del rame dalle sue miniere in Cile fino al punto di consegna al cliente. BHP ha inoltre sfruttato le sue capacità di compensazione di carbonio per finanziare la sua prima transazione di rame completamente carbon-neutral all’interno delle stesse aziende.

Questo articolo si basa sulla sessione dell’abrdn Sustainability Summit “Innovative solutions for a sustainable future”. David Smith è stato il moderatore, insieme ai relatori Mikkel Larson, CEO di Climate Impact X; Spencer Low, CEO di Travel and Retail, Chief Strategy & Sustainability Officer di SATS e Vandita Pant, Chief Commercial Officer, BHP.

1Natural climate solutions, Griscom et al. 2017, PNAS.
2Crippa et al. (2021).
3FAIRR (2020), https://www.fairr.org/sustainable-proteins/food-tech-spotlight/building-esg-into-food-tech/